Signa Arretii

 

L’Associazione SIGNA ARRETII (“Insegne di Arezzo“) viene costituita, dopo un percorso di crescita durato più di 10 anni, nel 2007 e raccoglie al proprio interno le figure di Valletti, Vessilliferi e dei Fanti del Comune, che rappresentano la città di Arezzo anche al di fuori della Giostra del Saracino portando, sia in Italia che all’estero, il motto UBI NOS ARRETIUM EST (dove siamo noi è Arezzo).

l motto della Rappresentativa Comunale non segue volutamente la forma latina piu corretta in quanto, in quel periodo storico, si presume che il latino avesse perso la sua dizione corretta.

L’Associazione fa storicamente riferimento allo Statuto di Arezzo del 1327 dove vengono menzionati i Fanti come compagine di controllo della città e delle sue vicinanze, anche con ruoli di supporto all’attività dei funzionari istituzionali della città (i balitori).

I simboli dell’associazione sono il cavallo inalberato, lo stemma del comune e lo stemma del popolo. Inoltre è custode anche delle insegne di parte Ghibellina e Guelfa.

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Storia di Arezzo

Basterebbe Arezzo alla Gloria d’Italia
(Carducci)

Con il progetto “Storia di Arezzo” l’associazione Signa Arretii vuole dare il proprio contributo alla divulgazione e conoscenza dei fatti, luoghi, persone ed eventi di Arezzo. Questo perché pensiamo che solo con la conoscenza dei fatti relativi alla nostra città, e quindi con la consapevolezza delle proprie radici, sia possibile apprezzare appieno i suoi valori.

Nel giorno della ricorrenza della morte di Papa Gregorio X avvenuta ad Arezzo il 10 gennaio 1276, la città si riunisce in Cattedrale per rendere omaggio al Pontefice oggi Beato. In questa occasione si apre l'anno giostresco ed i quattro Quartieri offrono un cero ciascuno. Questa tradizione ha origine antiche e trova testimonianza nel 42° Articolo del II libro dello Statuto del Comune di Arezzo del 1327. Art 42 Libro II Si è stabilito che ogni anno vengano spese nella festività del beato Gregorio, di denaro del comune, cento lire in ceri che devono essere offerti, nel giorno della sua festa, da parte del signore Podestà e del Consiglio dei Quattrocento, alla chiesa cattedrale aretina; le quali cento lire devonoLeggi Tutto