Tra le figure di spicco della Battaglia di Campaldino non può che esserci Bonconte da Montefeltro. La sua popolarità è dovuta soprattutto alle pagine a lui dedicate da Dante Alighieri nella celebre opera la Divina Commedia.
Nato nel 1250-55 circa, Bonconte fu figlio del conte Guido da Montefeltro (detto anche Il Vecchio), il celebre condottiero ghibellino, signore della contea di Montefeltro, che si distinse per le imprese militari in terra di Romagna.
Educato dal padre al mestiere delle armi, Bonconte da Montefeltro iniziò a distinguersi nel 1287 nelle lotte tra guelfi e ghibellini ad Arezzo e fu tra i responsabili della cacciata dei primi dalla città medesima. Un vero e proprio casus belli, dal quale ebbe inizio la guerra tra Firenze e Arezzo. L’anno successivo, nel 1288, fu tra i condottieri valorosi (insieme a Guglielmo dei Pazzi) che riuscirono a vincere lo scontro con i Senesi nella vicina Pieve al Toppo: passaggio quest’ultimo ricordato anche nella Divina Commedia (If XIII 121). L’11 giugno 1289 fu uno dei condottieri che guidarono i ghibellini di Arezzo nella celebre battaglia contro i Fiorentini. Nella piana di Campaldino, nei pressi di Poppi (Ar), Bonconte da Montefeltro si distinse per il suo gran valor militare e per l’immenso coraggio. Nonostante la sconfinata tenacia e la grande capacità bellica, lo scontro fu molto duro e soprattutto fatale per il condottiero.
E’ proprio sulla morte di Bonconte da Montefeltro che aleggia una leggenda, alimentata anche dalla ricostruzione – se così si può dire – che ne fa Dante Alighieri nella Divina Commedia per spiegare la misteriosa sparizione del corpo. Il Sommo Poeta inserisce l’anima di Bonconte nel Purgatorio e più precisamente nel V canto, dove si trovano coloro che, morti di morte violenta, si pentirono prima del trapasso. Dante immagina che il non ritrovamento del suo corpo sia scaturito dalle conseguenze di una disputa nata fra un angelo e un diavolo per il possesso dell’anima del condottiero: a seguito della sconfitta, il demone fa provocare sulla terra una forte pioggia torrenziale, le cui acque fanno portare il corpo di Bonconte da Montefeltro nell’Arno.
Per approfondire:
Enciclopedia Treccani
Cronica di G. Villani
Sito Personale di Mario Venturi: www.parvimilites.it
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